ref. n°2- scaffale n°2 - settore E
Come ben sapeva il professor De Benedettis, sono esistite molte tipologie di Homunculus. Il primo a parlarne fu Paracelso, in un suo trattato. Nessuno ha mai capito però quale sia il confine tra fantasia e realtà. Un pò come per l'alchimia stessa. Secondo gli alchimisti il procedimento per creare un Homunculus
sarebbe consistito nell'estrarre il seme umano e conservarlo nel ventre
di un cavallo per lungo tempo, poi, nutrire il feto
con un preparato estratto dal sangue umano con l'aggiunta di uno degli elementi. Si poteva creare così un Homunculus di terra, uno di fuoco, uno che si adattasse alla vita in acqua uno vegetale ecc.. FAtto stà che il Professore, è riuscito a recuperare in una sperduta biblioteca sulle Alpi Svizzere, una cassa contenente ben 10 tipologie di questi esseri incantati. Alcune pagine strappate, contenute nella cassa, sembrano essere state compilate e scritte da alcuni Alchimisti, oforse anche proprio dallo stesso Paracelso.
Il Primo Homunculus che siamo in grado di catalogare e di mostrare è definito "Type 01". Si presenta come un piccolo corpo alto circa 25 centimetri, contenuto in una teca in legno. La creatura è dotata di 4 braccia ed è coservata abbastanza bene.
Prossimi esami del DNA riveleranno la natura dell'elemento base del Homunculus Type 01.
Anticipiamo per i lettori che presto sarà pubblicato anche il Type 02, che sicuramente proviene incrociando il seme umano con un anfibio. Probabilemnte l'elemento di quell Homunculus sarà l'Acqua.
giovedì 26 giugno 2014
martedì 17 giugno 2014
Il Chupacabras
ref. n°3- scaffale n°8- settore F
Dentro una teca di vetro, adesso riposta vicino ai resti di un'arpia, è possibile ammirare lo scheletro completo di un chupacabras. Questo animale è stato associato con apparizioni di un presunto animale sconosciuto a Porto Rico (dove si è avuta notizia documentata per la prima volta di tali apparizioni nel 1990), Messico e anche Stati Unit.
Il nome deriva dal fatto che sarebbe sua abitudine bere il sangue di capre e altri animali domestici, e infliggere loro particolari mutilazioni. Le descrizioni del chupacabra da parte dei presunti testimoni sono varie.
Per saperne di più potete cliccare QUI.
Il professor De Benedettis riuscì a rinvenire lo scheletro completo presso una fattoria del Messico, dove un cacciatore catturò un esemplare di questo animale, che gli aveva continuamente mutilato ed ucciso il bestiame.
Avere a disposizione un tale esemplare ed in così perfette condizioni sarebbe stato un grosso scoop, poichè questo animale è sempre stato considerato Leggendario. Ma il professore ha ben visto di tenerlo nascosto fin dal lontano 1978.
Sembra che anche in Italia alcuni misteriosi animali notturni abbiano le stesse abitudini e caratteristiche.
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| dettaglio della teca |
Per saperne di più potete cliccare QUI.
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| teca con i resti del chupacabras |
Il professor De Benedettis riuscì a rinvenire lo scheletro completo presso una fattoria del Messico, dove un cacciatore catturò un esemplare di questo animale, che gli aveva continuamente mutilato ed ucciso il bestiame.
Avere a disposizione un tale esemplare ed in così perfette condizioni sarebbe stato un grosso scoop, poichè questo animale è sempre stato considerato Leggendario. Ma il professore ha ben visto di tenerlo nascosto fin dal lontano 1978.
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| ricostruzione di un grosso esemplare di Chupacabras |
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| fotografia scattata in messico di un presunto esemplare adulto. |
lunedì 16 giugno 2014
Joseph Merrick - Teschio e fotografie...
ref. n°4- scaffale n°9- settore B
Secondo quanto riportato in uan pagina del diario, quello custodito nella cassa sullo scaffale numero 9, è il cranio di Joseph Merrick, anche conosciuto come l'Uomo Elefante (da cui è stato realizzato il celebre film).
Da quanto siamo in grado di sapere, i resti dovevano essere custoditi presso il London Royal Hospital per scopi scientifici. Ma leggendo tra le righe, sembra che il padre del professor De Benedettis riuscì ad entrare in possesso del vero cranio, scambiando quello che ora si trova nell'ospedale con una copia.
Oltre ad alcune foto d'epoca e al cranio stesso, nella collezione è presente anche il cappuccio con il quale Joseph nascondeva la sua deformità. Per conoscere la storia completa di Joseph Merrick e della Sindrome di Proteo potete cliccare QUI.
As reported in a wild page of the diary, one kept in the crate on the shelf number 9 is the skull of Joseph Merrick, also known as the Elephant Man (which was made the famous film)
From what we can know, the remains were to be held at the London Royal Hospital for scientific purposes. But reading between the lines, it seems that the father of Professor De Benedettis managed to get hold of the real skull, mistaking what is now in the hospital with a copy.
In addition to some vintage photos and the skull itself, the collection is also the cap with which Joseph hid his deformity. To know the full story of Joseph Merrick and Proteus syndrome can click HERE.
Secondo quanto riportato in uan pagina del diario, quello custodito nella cassa sullo scaffale numero 9, è il cranio di Joseph Merrick, anche conosciuto come l'Uomo Elefante (da cui è stato realizzato il celebre film).
Da quanto siamo in grado di sapere, i resti dovevano essere custoditi presso il London Royal Hospital per scopi scientifici. Ma leggendo tra le righe, sembra che il padre del professor De Benedettis riuscì ad entrare in possesso del vero cranio, scambiando quello che ora si trova nell'ospedale con una copia.
Oltre ad alcune foto d'epoca e al cranio stesso, nella collezione è presente anche il cappuccio con il quale Joseph nascondeva la sua deformità. Per conoscere la storia completa di Joseph Merrick e della Sindrome di Proteo potete cliccare QUI.
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| l'angolo della collezione riguardante J.Merrick |
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| Joseph Merrick in una foto d'epoca |
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| Dettaglio del cranio |
As reported in a wild page of the diary, one kept in the crate on the shelf number 9 is the skull of Joseph Merrick, also known as the Elephant Man (which was made the famous film)
From what we can know, the remains were to be held at the London Royal Hospital for scientific purposes. But reading between the lines, it seems that the father of Professor De Benedettis managed to get hold of the real skull, mistaking what is now in the hospital with a copy.
In addition to some vintage photos and the skull itself, the collection is also the cap with which Joseph hid his deformity. To know the full story of Joseph Merrick and Proteus syndrome can click HERE.
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