sabato 11 gennaio 2014

Verme della morte della Mongolia

ref. n°12- scaffale n°3- settore B


 Conservati sotto vetro, in una piccola cassa nascosta, sono stati rinvenuti i resti di due vermi della morte dalla Mongolia. Un esemplare maschile ed uno femminile. Conosciuto e descritto in molti bestiari d'epoca con il nome mongolo di allghoi khorkhoi (олгой-хорхой) dove olgoi significa intestino crasso e khorkhoi significa verme. Ci sono diverse varianti del nome: allghoi khorkhoi (qui utilizzata), allerghoi horhai e olgoj chorchoj Il nome fa riferimento all'aspetto del verme stesso che si dice assomigli all'intestino di una mucca.

 
Viene descritto come un verme rosso brillante con corpo largo di lunghezza compresa tra 0.6 e 1,5 metri.

L'allghoi khorhoi è al centro di numerose leggende, come la sua capacità di sputare acido solforico che, una volta a contatto, ingiallisce e corrode tutto ciò che tocca, uccidendo anche gli esseri umani  e si ritiene che possa uccidere a distanza attraverso scariche elettriche.
Sebbene gli abitanti del luogo ne parlino da molto tempo, l'Occidente ne è venuto a conoscenza per la prima volta attraverso il libro del 1926 del professor Roy Champman, On the Trail of Ancient Man. Il paleontologo americano non era convinto dei racconti sul mostro che aveva sentito a una riunione di ufficiali mongoli: "Nessuno dei presenti aveva mai visto la creatura, ma tutti credevano fermamente nella sua esistenza e la descrivevano minuziosamente"