sabato 28 dicembre 2013

Il Pesce Palla e la Tetradotossina.

ref. n°2- scaffale n°2- settore M


In una delle casse stivate nel magazzino nel reparto "Creature Acquatiche", c'era il corpo di un pesce palla essiccato insieme a una fialetta di tetradotossina ed il relativo antidoto (sconosciuto).
 Il Pesce palla, pur non essendo un ottimo nuotatore per via della rigidità del proprio corpo, non risulta oggetto di predazione poiché dotato di due particolari sistemi di difesa: è in grado di ingurgitare rapidamente grandi quantità di acqua, diventando molto grande e difficile da inghiottire anche per predatori di grosse dimensioni; inoltre la sua carne contiene un veleno molto potente, la tetradotossina, una neurotossina che inibisce la funzione respiratoria, portando rapidamente alla morte.
  


 Nella cassa ci sono anche alcune rappresentazione raccolte dal professore, una in particolare rappresenta un vecchio dipinto chiamato "La caduta degli angeli" dove il Diavolo stesso viene raffigurato come un grosso pesce palla.



 Il primo caso registrato di avvelenamento da tetrodotossina si ha nel diario di bordo del capitano James Cook. Egli registrò di come in un'occasione la sua ciurma mangiasse le parti carnee bianche del pesce palla pescato nei tropici, ed in seguito alimentasse i maiali presenti a bordo (come riserva alimentare vivente) con i rimasugli del pesce come pelle, fegato e gonadi. L'equipaggio sperimentò ottundimento e mancanza del respiro, mentre il mattino dopo i maiali vennero trovati tutti morti. Col senno di poi, è chiaro che la ciurma ingerì una blanda dose di tetrodotossina, mentre i maiali mangiarono quelle parti del corpo del pesce palla che contengono la maggior concentrazione della tossina, ricevendo in questo modo una dose letale.