Alcuni dei nostri collaboratori ne avevano già sentito parlare, ma grande fu lo stupore quando dentro una cassa di legno, trovarono il vecchio pallone e due piccole coppe risalenti al mondiale di calcio del 1942. Tra mito e leggenda, questo torneo si svolse in Sud America: si parla di una squadra di nazisti, una di inglesi e una di fascisti italiani (che al tempo erano i più forti in circolazione), per un totale di 12 squadre. I padroni di casa Cile e Argentina non giocarono, ma al loro posto si presentò una squadra composta da Indios Mapuche che a quanto pare giocavano bene a pallone ed aveva il portiere in grado di ipnotizzare gli attaccanti avversari. Ovviamente i giocatori non erano professionisti, dato che in Europa non c’era assolutamente tempo per pensare al calcio in quegli anni. Il Mondiale non fu riconosciuto dalla Fifa, ecco perché nessuno ne ha mai sentito parlare.
Insieme alle coppe e alla palla, ci sono alcuen foto e dei documenti che certificano il tutto, compreso una pagina del diario strappata e ripiegata in 4 dove si racconta della squadra tedesca, arrivata con un sommergibile, dell'arbitro...che per comunicare coi giocatori non usava il fischietto, ma sparava colpi di pistola; e del direttore di gara, un certo William Brad Cassidy, galeotto rifugiatosi in America Latina per scampare all’arresto dopo una vita passata a rapinare banche.
Il torneo fu organizzato dal conte balcanico Vladimir Otz, appassionato di calcio emigrato negli anni Trenta in Argentina. Sembra che alla fine furono proprio i locali della squadra Mapuchet ad aggiudicarsi il trofeo, mentre in semifinale contro i tedeschi, gli Italiani persero per 3-2, ma i nostri connazionali si lamentarono per la direzione di gara, definita “scandalosa”.
Ad oggi il mondo è a conoscenza di questa storia grazie al ritrovamento dello scheletro dell’unico cameraman del torneo, poichè un temporale nel secondo tempo della finale cancellerà ogni traccia di quella partita. Non si è a conoscenza se questa storia sia solo una montatura cinematografica... su internet si possono trovare vari documentari e reportage, fattostà che i resti, le foto e quello che resta di un vecchio pallone sono tangibili. Ma il mistero rimane.